Strage di Bologna, 3. Stazione di Bologna. Erano le 1. 0. 2. E Paolo Bolognesi, presidente dell'Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage alla Stazione di Bologna del 2 Agosto 1. Da firmare anche una petizione online. L'appuntamento, come ogni anno, si rinnova(QUI IL CALENDARIO DELLE INIZIATIVE). E Bologna non riesce a dimenticare, il ricordo . Torrent anonymously with torrshield encrypted vpn pay with bitcoin.Readbag users suggest that Report is worth reading. The file contains 21 page(s) and is free to view, download or print. Pechino Express 2: chi sono Costantino e Giovanni, i due figli di Gigliola Cinquetti entrati in gara durante la terza puntata. E' tempo di nuovi arrivi durante la. 35 anni fa un boato alla Stazione di Bologna. Erano le 10.25 del 2 agosto 1980 e l'orologio per molti si Ma chi ha fatto tutto questo . Ricordo ancora tutto con terrore come fosse ieri: eravamo partiti da dieci minuti e lo scoppio fu un inferno. E alle 1. 0. 2. 5 di quel 2 agosto lo scrittore bolognese Roberto Carboni era un bambino e ricorda cos. Avevo appena comperato una versione pi. Camminavo per via Gobetti con la scatola sottobraccio chiedendomi con chi poi avrei potuto giocarci, visto che stavo sempre da solo. Ho sentito un boato e i brividi. Una parte di me, ferita in maniera irrimediabile, . Guardo in basso e vedo il gioco impacchettato, le mie gambette, i pantaloncini corti e le scarpe da ginnastica color aragosta. Il marciapiede assolato, il cancello del palazzo, la siepe. Sento il respiro che mi rimbomba nella testa e il cuore che fa bumbum. Il Mastermind adesso . Anche Ugo Vandelli ci lascia la sua testimonianza a 3. Ricordo che in quella afosa mattinata estiva tutto il personale istruttore e frequentatore il corso della polizia stradale attendeva il termine delle varie attivit. All'improvviso, erano circa le 1. Avviso che anticipava l’immediata partenza per un servizio di ordine pubblico. Fiammetta Baralla (Roma, 2 maggio 1943 – Roma, 7 settembre 2013) Brusio vista a bordo del Bernina Express. Scopri la fermata svela le curiosit
Nella fattispecie la destinazione per i circa 4. Bologna. Siamo stati il primo reparto inquadrato ad arrivare nel capoluogo emiliano, a parte ovviamente i presidi territoriali, gi. Alle 1. 0. 2. 5 la stazione ferroviaria situata in piazza Medaglie d’Oro era piena di persone, presa d’assalto da turisti che andavano e venivano perch. Uno snodo ferroviario che smista famiglie intere, giovani ed anziani, coppie di sposi e fidanzati, bambini in sandali con il sacchetto dei giochi, impazienti di raggiungere il mare o la montagna, ma ignari che l’orologio del destino aveva gi. Nella sala d’attesa di seconda classe scoppia improvvisamente una borsa con 2. Al nostro arrivo, non dimenticher. Il Presidente della Repubblica Sandro Pertini, al suo arrivo nel primo pomeriggio sul luogo del disastro, riusc. Quando ripenso a quei momenti mi torna alla mente l’odore acre della polvere da sparo e il caos generale nel quale tutti cercavano di portare il proprio aiuto, a volte intralciando, involontariamente, l’opera dei soccorsi. Non vi erano ambulanze a sufficienza per fare fronte all’emergenza, per cui gli autobus - in particolare quello della linea 3. Un lenzuolo bianco, che fuoriusciva dal finestrino, segnalava l’allarme, mentre trasportavano il loro carico di cadaveri e di corpi che ancora respiravano: straziati, dilaniati, carbonizzati. Anche per questo le novit. Rimanemmo a Bologna una decina di giorni, con quelle poche cose che eravamo riusciti a preparare prima della partenza, ma all’epoca, purtroppo, eravamo abituati a questi disagi, ma non ancora a queste terrificanti tragedie!!! Personalmente, in questi anni, ho presenziato diverse volte alle commemorazioni e come sempre ho sentito la vicinanza con le vittime, con i loro famigliari e con la mia citt. Credo che non si sia pi. Domenica 2 agosto 2. Ma continuare a sperare che finalmente possa emergere la verit. Uno di questi ragazzi, che nel frattempo si erano perfettamente inseriti nella realta' lavorativa del luogo ospitante,doveva raggiungere alcuni parenti a Londra. Da Bologna doveva arrivare a Milano con il treno e purtroppo la partenza di codesto era nella immediatezza dello scoppio della bomba - aveva 7 anni Laura Bonora - Dopo la notizia arrivataci, mio padre assieme a mia zia e al parroco, hanno effettuato il sopralluogo di tutte le camere mortuarie per visionare i cadaveri prelevati alla stazione. Fu per tutti uno strazio vedere quei corpi dilaniati; immagini che tutt'ora non hanno dimenticato. Il corpo del ragazzo vietnamita non si trovava. Gia' nel panico totale non si sapeva piu' come comportarsi: cosa fare, dove andare. Si sperava che si fosse riuscito a salvare. Che in quel momento maledetto, per qualsiasi motivo si fosse allontanato dalla sala d' attesa. Per un ritardo nei mezzi di trasporto, il ragazzo vietnamita si salvo'. Eccone alcune: Il bigliettaio Roberto Castaldo: . Ero conduttore del treno. Non macchinista come pensa qualcuno, ma bigliettaio. Dovevo essere di turno a Cremona, ma all'ultimo momento mi spostarono da Milano a Bologna. Era previsto il cambio di un'ora. Dovetti aspettare il treno Andria- Express. L'altoparlante annunci. Quattro passi a piedi. Passammo davanti alla sala d'aspetto di seconda classe. C'era gente seduta sui marciapiedi, ovunque, il chiosco dei gelati affollato, come quello dei panini, ristoranti stracolmi di persone. Andammo in testa al treno. Il capo ci diede i compiti. Il primo conduttore and. Diedi informazioni sugli orari ad alcuni signori che erano appoggiati ai finestrini. A quel punto ero con la faccia rivolta verso la coda del treno, la sala d'aspetto l'avevo sulla mia destra. Non feci in tempo a prendere il via libera dal conduttore di coda che scoppi. Una fiammata enorme, un forte boato. In quell'esatto istante la sala d'aspetto croll. E vuoto d'aria mi schiacci. Sulla gamba mi cadde un pezzo di ferro. Non sentii alcun dolore, in quel momento. Ci fu un silenzio irreale, di due minuti, tremendo, la polvere scese e mi copr. Da quel torpore irreale, mi svegli. Era qualcuno che si trovava sugli altri binari, vide la scena e url. Mi girai e vidi una persona che veniva verso di me. Mentre correva, gli cadde un masso sulla schiena. Rimase a terra a pochi centimetri. Aveva gli occhi sbarrati, ma forse voleva comunicare qualcosa, un segnale di aiuto. Da solo, cercai di togliere il masso dal suo corpo, ma era troppo pesante. Uscii dalla stazione e chiamai delle persone. Tornammo sul primo binario. Riuscimmo a spostare il blocco. Se lo portarono via con l'autoambulanza. Solo allora mi accorsi che avevo un ginocchio gonfio, triplicato, e andai in ospedale. A Capodanno, ora non vado pi. Quando scoppia il palloncino di un bambino, . Bologna. Una volta, in corso Buenos Aires, a Milano, il colpo di una marmitta mi ha fatto saltare da terra. E ancora, sulla metropolitana, un ragazzo ha smarrito uno zainetto. Pensavo: 'E se . fosse una bomba?'. Come potevo rivolgermi al capotreno? Dirgli che avevo un sospetto'? Mi avrebbero preso per matto. Sono stato il primo a correre dentro quel polverone in cui non si vedeva niente e ho scavato come un pazzo fino a quando ho trovato Roberto. Era incastrato di fianco, sulla sedia della sala d'aspetto. Non ho un ricordo preciso dell'esplosione. Quei particolari li ho rimossi dalla mia mente e li sto ricostruendo attraverso un lungo e difficile lavoro di analisi. C'era un gran buio, e urlavo, o almeno a me pareva di urlare forte. Sentivo le sirene delle ambulanze che giravano intorno, le mani che scavavano tra le pietre. Ho sentito che tutto si capovolgeva, non potevo muovermi. Era come se fossi in un incubo. Ero rimasta incastrata tra una grossa trave e la mia scrivania. Uno dei volontari mi . Hanno iniziato a scavare. Alla fine ho sentito una mano che mi prendeva e mi tirava fuori da quella posizione. Poi mi sono addormentata. Ho perso le mie colleghe. Stavamo compiendo il nostro dovere, non avevamo chiesto a nessuno di metterci una bomba sotto la scrivania. Dopo quella bomba, tutto . Con le mie colleghe del ristorante c'era un'amicizia profonda, una complicit. Eravamo anche giovani, del resto. Volevo fare le cose che loro non potevano pi. Mi sentivo addosso la responsabilit. E sono iniziati i sensi di colpa. Sensi di colpa che ho risolto da pochi anni. Anche se non ho un ricordo diretto della bomba, mi prende il panico quando sento scoppiare i fuochi d'artificio o la sirena di un'autoambulanza. Sono cose irrazionali, meccanismi della mia mente. Soffro di crisi isteriche, non ho pi. Mi capita di avere le vertigini. Questo mi ha lasciato dentro la strage. Ho un figlio di 6 anni che amo tantissimo. Quel rapporto mi fa vivere davvero. Sono felice quando posso stare accanto a lui. Mi arrabbio invece quando avverto le ingiustizie della vita. Lo sai che nessuno mi ha riconosciuto l'invalidit? Conduci una vita normale. Ma quello che accade dentro di me non conta? Torquato Secci, impiegato alla Snia di Terni, venne allertato dalla telefonata di un amico del figlio Sergio, Ferruccio, che si trovava a Verona. Sergio lo aveva informato che a causa del ritardo del treno sul quale viaggiava, proveniente dalla Toscana, aveva perso una coincidenza a Bologna e aveva dovuto aspettare il treno successivo. Solo il giorno successivo, telefonando all'Ufficio assistenza del Comune di Bologna, Secci scopr. Solo dopo un po' mi ripresi e riuscii a dire solo poche e incoraggianti parole accolte da Sergio con l'evidente, espressa consapevolezza di chi, purtroppo teme di non poter subire le conseguenze di tutte le menomazioni e lacerazioni che tanto erano evidenti sul suo corpo. Nel 1. 98. 1 Torquato Secci divent. Un vigile del fuoco, Roberto Chinni, and. Poveretto, aveva una gambina ingessata, chiamava il pap. Quando l'ho preso in braccio non mi lasciava pi. Vicino a lui c'erano dei morti, forse il padre era uno di quelli. Non vorrei che fosse morto anche lui'. RICORDIAMO LE VITTIME DELLA STRAGE DI BOLOGNA: ANTONELLA CECI anni 1.
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January 2017
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